L’ascolto e la grande meraviglia emo-tono-fono-musicale
Ragazze e ragazzi ascolti-amo-ci: il suono è una dimostrazione di vita
La nostra specie è fornita di corde vocali che ci hanno permesso non solo di parlare o di cantare, ma di gestire nel modo migliore tutte le modulazioni del nostro respiro. Così come i nervi di tutto il nostro corpo, fanno riferimento vitale all’aria, come se questa fosse una vera e propria fonte di trasmissione che cancella la distanza fra tutti i corpi vitali che comunicano nelle loro tanto diverse forme e modalità. E ancora, se noi viviamo in questa pianeta è perché qui si vive di parole, di canti, di suoni e di rumori, di musiche umane, animali e ambientali.
A dire la verità non è sempre stato così, perché per milioni e milioni di anni nel nostro pianeta non è stato presente alcun suono che avesse intenzioni comunicativo-informative.
La bellezza e la meraviglia dei suoni è che questi si dipanano nel buio della notte e nella luce del giorno, nelle pianure come nelle montagne, nei fiumi e nei laghi come nei mari e negli oceani, e ancora nelle metropoli come nei più sperduti villaggi, nei piccoli campanili dei comuni come nelle più grandiose sale da concerto, etc. Questa è la bellezza e la ricchezza dell’ascolto!
Al contrario per la vista, l’olfatto, il gusto e il tatto questa spazialità è molto più limitata. La nostra fortuna audio-percettiva e data tanto dal fatto che le nostre orecchie hanno la dote omnidirezionale, quando dal fatto che sono sempre aperte e disposte all’ascolto degli altri e dell’universo.
Tutto ciò sta a dimostrare la grande fortuna che la nostra specie ha acquisito nel poter comunicare tanto fra gli esseri umani quanto fra gli animali, come anche ricevendo messaggi auditivi dall’ambienti naturali utili per comprendere la loro condizione momentanea e generale.
Sembra impossibile, eppure i suoni in generale (umani, animali, naturali e artificiali) pur nella loro evanescenza e nel loro espandersi, mettono in contatto l’intera evoluzione biologica con l’ambiente più statico e costante. Questo è stato il potere che ha generato per milioni di anni questa straordinaria e meravigliosa varietà di suoni vitali ed energetici sul nostro pianeta: ogni specie su questa Terra ha una sua identità acustico-sonora-musicale originale, per quanto consona con il principio biologico come bisogno prioritario e basilare.
In breve la nostra vita, assieme a quella animale, naturale, minerale, acquatica e aerea si trova davanti a tutte queste meravigliose vibranti che stimolano, a diversi livelli, stati emo-tono-fono-musicali sorprendenti, mirati a potenziare la nostra stessa presenza vitale in questo meraviglioso pianeta.
Però ragazze e ragazzi, dobbiamo subito aggiungere che davanti a questa magnificenza emo-tono-fono-musicale, la nostra specie, cioè Io Tu Voi Noi Tutti, pur essendo ai massimi livelli intellettuali e creativi, siamo nello stesso momento la specie che produce il massimo numero di distruzioni e alterazioni di tutta questa ricchezza vibrante del mondo: la sola cementificazione e deforestazione degli ambienti naturali cancella un numero esagerato di vite animali che cantano, fischiano, danzano, etc. e così la nostra condotta anti-ecologica nei confronti dei fiumi, dei mari e degli oceani crea, ad esempio, ai pesci come ai grandi cetacei l’impossibilità di vivere in ambienti in cui riprodursi o in cui poter sostare durante il loro emigrare. In breve mai prima d’ora, in questa fase storica dis-umana, la realtà fonica del nostro mondo è così in pericolo.
Giovani docenti, giovani discenti non dimenticate la fortuna che avete nell’essere Homines Audiens,
non dimenticate mai che l’ascolto è la più grande “strada” che Vi apre tanto alla meraviglia delle comunicazione quando alla fantastica bellezza delle voci e dei suoni e delle musiche di tutti popoli di questa Terra. Sappiate, quindi, che nella vostra voce che parla e che canta, come nella voce parlante e cantante nelle lingue più diverse del mondo, c’è il grande desiderio di mostrare il proprio diritto alla vita, all’esistenza nella diversità, di tutti quanti.
Ecco dunque il nostro vero compito in questo mondo: rispettare e onorare la vita emo-tono-fono-musicale di tutti gli esseri viventi. Noi come loro siamo figli dell’aria che vibra nelle nostre orecchie, nel nostro petto come in tutto l’universo!
Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?
Rispose gentilmente: – Dica pure che sono vecchio di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio. È un orecchio bambino, mi serve per capire le voci che i grandi non stanno mai a sentire. Ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli, le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli. Capisco anche i bambini quando dicono cose che a un orecchio maturo sembrano misteriose.[1]
[1] Frammento tratto dalla poesia di Gianni Rodari: Un signore maturo con un orecchio acerbo.