Considerazioni sul rapporto CENSIS del dicembre 2024

Considerazioni sul rapporto CENSIS del dicembre 2024

Relativo al tema sulla conoscenza umana

Nel documento da titolo generale relativo alla Società Italiana al 2024, si trova a pagina 10 il paragrafo dal titolo La fabbrica degli ignoranti che inizia con queste precise parole:

Benché in Italia gli analfabeti propriamente detti siano ormai una esigua minoranza (solo 260.000), mentre i laureati sono aumentati fino a 8,4 milioni, ovvero il 18,4% della popolazione con almeno 25 anni (erano il 13,3% nel 2011), la mancanza di conoscenze di base rende i cittadini più disorientati e vulnerabili.

Non raggiungono i traguardi di apprendimento: in italiano, il 24,5% degli alunni al termine del ciclo di scuola primaria, il 39,9% al terzo anno della scuola media, il 43,5% all’ultimo anno della scuola superiore (negli istituti professionali quest’ultimo dato sale vertiginosamente all’80,0%); in matematica, il 31,8% alle primarie, il 44,0% alle medie inferiori e il 47,5% alle superiori (anche in questo caso il picco si registra negli istituti professionali con l’81,0%).

Si palesano profondi buchi di conoscenza in tutte le fasce di età anche in relazione a nozioni che si sarebbe tentati di dare per scontate.

E poi subito di seguito si riporta una luna serie di esempio relativi a questa definita Fabbrica degli ignoranti di cui noi qui riportiamo solo la prima categoria di esempi che fanno riferimento ai grandi personaggi ed eventi storici della patria:

Il 55,2% degli italiani risponde in modo errato o non sa che Mussolini è stato destituito e arrestato nel 1943, il 30,3% (in questo caso il dato sale al 55,1% tra i giovani) non sa dire correttamente chi era Giuseppe Mazzini (per il 19,3% è stato un politico della prima Repubblica), il 30,3% non conosce l’anno dell’Unità d’Italia, il 28,8% ignora quando è entrata in vigore la Costituzione.

È chiaro a tutti che questa categoria di ignoranze è relativa alla verifica di dati, di ricordi, di nozioni che non possono determinare la qualità e quantità intellettiva delle persone (di varia estrazione sociale e culturale) chiamate ex abrupto rispondere.

Ma è altrettanto chiaro che questo modo di verificare il sapere umano, in realtà, si fonda su una mentalità nozionistica di vecchio stampo.

Infatti ci appare molto limitato questo criterio valutativo, dal momento che è ormai da tempo che le Scienze cognitive stanno condividendo criteri diversi per riconoscere nella specie umana le pertinenze intellettive. Tanti per fare un esempio, riportiamo una griglia di competenze estesa dal filosofo e scienziato cognitivo Douglas R. Hofstadter, vincitore del premio Pulitzer 1980 e autore del famoso saggio: Gödel, Escher, Bach: un’Eterna Ghirlanda Brillante (ed. Adelphi, 1984) per dimostrare come il sapere e l’intelligenza umana possa manifestarsi come tale dovrebbe essere:

  1. Reagire in modo molto flessibile alla varie situazioni;
  2. Trarre vantaggio da circostanze fortuite;
  3. Ricavare un senso da messaggi ambigui e contraddittori;
  4. Riconoscere l’importanza relativa dei diversi elementi in una situazione;
  5. Trovare somiglianze tra situazioni diverse nonostante le differenze che possono dividerle;
  6. Notare distinzioni tra situazioni diverse nonostante le somiglianze che possono unirle;
  7. Sintetizzare nuovi concetti prendendo concetti vecchi e collegandoli in modo nuovi;
  8. Produrre idee nuove.

Ora, ripassando, con molta calma e attenzione queste otto qualità, riconosciute da molti studiosi come azioni pertinenti alla presenza o meno di qualità intellettive, siamo tutti invitati a carpire e quindi com-prenderne la loro singola essenza, la loro specifica qualità basata sul rispetto neuronale che ogni persona dovrebbe avere per questa grande considerazione: Ognuno di Noi è il nostro Cervello!

Allora, come possiamo giungere a definire una Fabbrica degli ignoranti se questa è basata sul controllo di nozioni, date e dati che non sono assolutamente coerenti con una qualsiasi forma di intelligenza che nulla ha a che fare con, tanto per fare un esempio, reagire in modo molto flessibile alle varie situazioni, o al più complesso produrre idee nuove?

E se noi non sapessimo rispondere alla domanda: Chi era Giuseppe Mazzini? O se le domande fatte fossero state meno banali e magari più creative, come ad esempio: Se si trovasse difronte a un cacciatore che sta sparando a un lupo, cosa farebbe? Non stimoleremmo la mente umana che obbligatoriamente dovrà attivare i neuroni e le dovute connessioni sinaptiche, per magari produrre una risposta in accordo con il reagire in modo molto flessibile ad una inaspettata situazione? E questa già sarebbe una verifica più coerente dal momento che l’intervistato avrebbe potuto esprime se stesso come soggetto re-attivo nei confronti del suo Io sono davvero il proprio Cervello!

Il pericoloso limite di questa Fabbrica degli ignoranti è, purtroppo, quello di continuare a denigrare l’intelligenza umana facendo credere che le nozioni, le date, i dati, le formule etc. siano ancora gli indicatori dell’essere intelligenti. No, non è così, poiché ogni persona dimostra di essere intelligente anche quando crede nel motto filosofico che afferma: È felice colui che può vivere una vita semplice e tranquilla senza essere tormentato dai problemi che il sapere porta con sé. Motto che ci fa sostenere che il vero sapere non fa parte delle nozioni, ma impegna i meandri più complessi del Cervello umano, come direbbe il grande Socrate, che pur non sapendo nulla della nostra intelligenza neuronale sapeva ben rispondere a chi voleva fare di tutto per sminuire i suoi potenziali intellettivi: Non c’è in me volontà più decisa che quella di non piegare alle vostre opinioni alcun atto della mia vita. Assediatemi pure da ogni parte con le solite punzecchiature: per me non sono che vagiti di poveri neonati.

Abbiamo trascurato da anni tutto ciò che aveva il compito di far fiorire la nostra intelligenza, non certo affidandoci ai criteri di una limitata Fabbrica degli ignoranti, ciò che abbiamo trascurato tanto nel sociale quanto nella scuola è stato quello di non aver raccontato ai nostri figli, ai nostri genitori e ai nostri nonni che nel nostro Cervello è presente un numero di neuroni corrispondenti a circa 100 miliardi, e ancor di più sono le connessioni possibili che questi possono attivare, poiché le Sinapsi addette a collegare i neuroni “giocano” addirittura fra una cifra che va all’incirca dai 10 bilioni a 1 biliardo.

E allora… caro Censis, cari giovani e cari tutti… quale scusa possiamo mai trovare nel non voler com-prendere che abbiamo tutti la fortuna di possedere un Cervello con tante di quelle capacità che nemmeno gli scienziati più sapienti riescono, oggi, a definire con precisione?

Eppure, anche col contributo della scuola, continuiamo a illudere la nostra umana specie, che una nozione anche se ben azzeccata è quella che ci salverà dalla inevitabile ignoranza. No, non è così, come afferma Socrate: Scio me ne scire, So di non sapere una presa di coscienza intellettuale sconosciuta a molti, specialmente a quelli che continuano a ignorare!

di Andrea Iovino, Maurizio Spaccazocchi