Nell’ambito della Staffetta, anche la figura del tutor svolge un ruolo fondamentale, che va ben oltre la semplice assistenza al docente. Proprio come accade per lo scrittore coinvolto nel progetto, il tutor non deve essere visto come una “stampella” per l’insegnante, ma come una figura di riferimento che garantisce il buon funzionamento dell’intero processo.
Che provenga dal mondo della scuola, dell’educazione o della scrittura, il tutor ha un compito preciso: facilitare, accompagnare e risolvere. Egli aiuta i docenti nelle varie fasi operative, guidandoli non solo verso gli obiettivi principali, ma anche verso quelli collaterali, spesso meno evidenti ma altrettanto importanti.
Il suo intervento diventa cruciale per colmare eventuali lacune tecnologiche, affrontare resistenze – che siano degli studenti o di colleghi ancorati a metodi ormai superati – e, non meno importante, offrire supporto e incoraggiamento nei momenti di difficoltà.
La presenza del tutor non è quindi legata al semplice aggiornamento professionale individuale, ma si rivela essenziale quando si persegue un obiettivo di sistema: un traguardo ambizioso che coinvolge l’intera struttura educativa e che mira a innovare in modo significativo il processo di insegnamento-apprendimento.
In sintesi, il tutor non è solo un facilitatore, ma un vero e proprio garante del cambiamento. Grazie alla sua azione, il percorso della Staffetta si sviluppa in maniera fluida ed efficace, permettendo di raggiungere risultati concreti e duraturi.
Per questo, riconoscere e valorizzare il ruolo del tutor significa investire nella riuscita del progetto e, più in generale, nell’innovazione della scuola.