L’arte astratta di Gianni Rossi nasce da un’elaborazione interiore che trasforma la realtà visibile in un racconto dinamico di forme, colori e geometrie. Le sue opere sono il risultato di percezioni frammentate, angolazioni insolite e troncature visive che danno vita a un dialogo tra astrazione e materia.
Al centro della sua ricerca artistica si trova una tensione continua tra la sintesi e la costruzione: i segni e le forme emergono come suggestioni visive, porzioni di realtà trasposte e ricomposte nello spazio pittorico. Rossi esplora una geometria trovata, frutto di uno sguardo attento agli elementi dell’attorno. Questa geometria non è una deduzione razionale, ma una risposta lirica e costruttiva che traduce il mondo percepito in forme astratte e poetiche.
La sua pittura si distingue per un equilibrio dinamico: le linee scorrono, si intersecano e si organizzano in piani prospettici che sembrano fluttuare nello spazio. Le forme si combinano con spontaneità, mentre la sua tavolozza di colori caldi e luminosi aggiunge un’intensità emotiva alle composizioni, offrendo un racconto visivo che è al contempo personale e universale.
Negli ultimi anni, questa tensione tra segno e spazio si è estesa anche alla scultura, dove Rossi eleva le forme astratte dal piano pittorico alla tridimensionalità. Le sue opere diventano così un esercizio di costruzione, di equilibrio e di racconto visivo che invita l’osservatore a esplorare nuovi punti di vista.
In Gianni Rossi, l’astrattismo non è solo un’espressione artistica, ma una vera e propria ricerca esistenziale: un modo per dare forma al vissuto, traducendo la realtà in un linguaggio visivo in costante evoluzione.