Staffetta Experience, a gennaio le parole che non voglio

Staffetta Experience, a gennaio le parole che non voglio

Con l’inizio del nuovo anno, prende avvio una straordinaria opportunità rivolta agli studenti e alle studentesse di tutte le classi che partecipano alla Staffetta di Scrittura Bimed per la cittadinanza e la legalità: un’iniziativa che unisce, ispira e promuove la riflessione. “Le parole che non voglio” è l’attività proposta per il mese di gennaio, concepita per trasformare il linguaggio in uno strumento di costruzione positiva.

Che cos’è “Le parole che non voglio”?

“Le parole che non voglio” è un progetto educativo ideato per sensibilizzare gli studenti sull’importanza e sull’impatto delle parole nel quotidiano. Attraverso questa iniziativa, i partecipanti avranno l’opportunità di riflettere sul linguaggio utilizzato, riconoscendo espressioni negative o discriminatorie e sostituendole con alternative rispettose, inclusive e costruttive. L’obiettivo è promuovere una cultura del dialogo e dell’empatia, ponendo le basi per un ambiente scolastico più accogliente e inclusivo.

Perché partecipare?

  1. Promuovere il rispetto e l’inclusione: Un linguaggio che unisce è essenziale per costruire una comunità scolastica coesa e armoniosa.
  2. Sviluppare consapevolezza linguistica: Analizzare le parole usate quotidianamente per comprendere come influenzano pensieri, emozioni e comportamenti.
  3. Contribuire a un manifesto collettivo: Partecipare attivamente alla creazione di un documento condiviso che celebri il potere delle parole positive, da diffondere nelle scuole di tutta Italia.

La struttura del progetto: Scoprire, Eliminare, Creare

Caccia alle parole tossiche

Le classi partecipanti saranno invitate a identificare parole o espressioni negative che generano divisione o disagio, come offese o stereotipi. Oltre a compilare un elenco di “parole tossiche”, gli studenti esploreranno l’origine e l’evoluzione di tali termini, analizzando come hanno acquisito significati discriminatori e perché è importante abbandonarli.

Alternative positive

Eliminare parole dannose è solo il primo passo: il progetto mira a stimolare la creatività linguistica, invitando le classi a individuare espressioni alternative che promuovano rispetto, uguaglianza e inclusione.

Creatività in azione

Gli studenti saranno incoraggiati a esprimere le proprie riflessioni attraverso strumenti creativi come video, disegni, poster o presentazioni digitali. I materiali prodotti saranno valutati e potranno concorrere a una gara di idee innovative.

Il Grande Manifesto

Tutti i contributi raccolti durante l’iniziativa confluiranno in una bacheca digitale intitolata “Le parole che non voglio”. Al termine del progetto, sarà realizzato un manifesto collettivo, che rappresenterà un impegno condiviso verso l’utilizzo di un linguaggio consapevole e rispettoso. Questo manifesto verrà distribuito in tutte le scuole italiane, come simbolo di una cultura orientata alla positività e all’inclusione.

Perché le parole contano

Le parole hanno il potere di costruire o distruggere. Imparare a scegliere quelle giuste è un passo fondamentale per generare cambiamenti positivi. Attraverso questa iniziativa, gli studenti non solo svilupperanno competenze linguistiche avanzate, ma contribuiranno a creare una scuola in cui il linguaggio diventa uno strumento di unione e non di divisione.

Risultati attesi

  • Consapevolezza linguistica: Gli studenti acquisiranno maggiore consapevolezza dell’impatto delle parole.
  • Competenze critiche e creative: Il progetto stimolerà la riflessione critica e la creatività nell’uso del linguaggio.
  • Comunità scolastica più coesa: Attraverso il lavoro di squadra e la condivisione, si favorirà un ambiente più inclusivo e rispettoso.

Ogni parola conta. Partecipa a “Le parole che non voglio” e diventa protagonista di un cambiamento positivo per un futuro migliore.