Violentare con ironia ogni forma di violenza
È inutile dirlo, la storia della specie umana è anche un lungo percorso di comportamenti violenti che, purtroppo, anche ai nostri giorni non sembrano voler terminare.
Ogni atto di violenza, di qualsiasi tipo, non dimentichiamolo, è e resta una violazione, cioè una trasgressione che un uomo fa a un altro uomo, che una comunità fa a un’altra comunità, che uno Stato fa a un altro Stato, etc.
Il termine Viŏlare dal latino è aderente a Vis che sta per Violenza e dunque, è inutile dirlo, che ogni qualsiasi atto violento, è inevitabilmente sempre e comunque una trasgressione, un non rispetto sia di leggi umane e umanitarie anche non scritte, sia di tutto ciò che è tutelato sulla base di leggi e costituzioni scritte, e dunque da obblighi e doveri di natura sociale etica e morale. Quindi possiamo affermare che ogni tipo di Violenza procurata o indotta è, comunque e sempre, una violazione che non trova alcuna motivazione, come alcun senso in termini prettamente umani.
Ma allora da dove emerge tutta questa “fame” di Violenza presente ancora in questi giorni? Forse al mero bisogno di conquistare nuove terre!? Forse l contrasto fra ideologie politiche e/o religiose!? O ancora alla cupidigia di certi capi di stato!? Etc!?
Ma forse c’è qualcosa di più generale e ampio, che matura nella nostra mente ogni giorno di più in tutti noi, come persone comuni e uomini di potere, che ha un nome ben preciso Odio. E questo Odio trova ragioni nel nostro egocentrismo, magari esaltandoci della nostra unicità che ci porta a vederci diversi dagli altri. Forse è questa potenzialità originaria che giunge a produrre in noi risentimenti di Odio e di superiorità nei confronti di altre persone o di altre genti che anch’esse si percepiscono unici e quindi egocentrici, pur essendo questo un grave problema:
… l’odio è una conseguenza di un enorme fraintendimento che nasce dal fatto che ciascuno di noi è unico, irripetibile e speciale. Tant’è vero che, così come non esiste una foglia identica a un’altra, anche ogni nostra impronta digitale è diversa da tutte le altre. Ma nessuno è più unico, irripetibile e speciale degli altri, ossia superiore agli altri. Il problema è che si confonde l’idea di unicità con quella di superiorità, e questa confusione è all’origine di sentimenti negativi, come gelosia, invidia e ostilità, che portano all’odio e di conseguenza al razzismo, alla violenza e alla guerra senza esclusione di colpi. Il senso di superiorità non può coesistere con l’amore.[1]
Naturalmente questo Odio che ci pone in una posizione di superiorità, è un problema che è presente in ognuno di noi, e che quindi spetta a ognuno di noi gestirlo e risolverlo personalmente, nel nostro intimo, prendendone subito consapevolezza e, quotidianamente, gestendo il nostro groviglio interiore per diluire e sciogliere questo senso di unicità e superiorità che può malauguratamente indurci a produrre con l’Odio violenze violate contro gli altri.
Infatti questa illusoria superiorità sarebbe bene deviarla negli atti quotidiani che, con positività, dovrebbero portarci a essere persone superiori sì, ma proprio a noi stessi, superiori di quanto siamo stati fino ad ora.
Magari potrebbe essere interessante leggere alle nuove generazioni la frase di sant’Agostino che “risuonava” cosi: Senza Amore, non possiamo conoscere nulla (Nihil cognoscimus, quod non diligimus). E questa frase dovrebbe far riflettere tutti quanti, poiché sia la scienza per conoscere e la coscienza per vivere, possano fondersi per vincere e sopraffare ogni Violenza, ogni Odio. Far sì che il conoscere e il vivere possano contare sull’Amore verso una Totalità Universale che ritrovi il vero e più profondo senso della vita. Una vita di sentimenti cosi espansi verso l’Amore da far si che il grande dono dell’esistere, superi ogni Odio che porta alle tantissime Violazioni, per il piacere e la fortuna di ri-conoscerci tutti assieme sorridendo, scherzando, avvicinandoci a ogni esperienza d’Amore, come sono l’Arte, la Letteratura, il Teatro, la Poesia, la Musica, la Danza, la Scienza che, in piena Coscienza esaltano la presenza di noi tutti in questa Terra che è ancora la “casa” della nostra intera specie!
Allora, rimbocchiamoci le maniche e, da oggi in poi, tutti quanti, mettiamoci a Violentare ogni forma di Violenza con molta Ironia mettiamo ad Amare con infinita Passione ogni forma di Conoscenza!
Queste nostre considerazioni, come operatori della Bimed (Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo) ci inducono a pensare che esistono anche altre forme di “violenza”, certo ben più “raffinate” della guerra, ma non per questo sono meno negative per quanto concerne l’evoluzione della persona da un punto di vista educativo-formativo globale. Oggi a scuola, una didattica che continua a distinguere l’evoluzione del Vivere dalla evoluzione del Conoscere, porta verso una regressiva trasgressione del principio di complessità che è insito in ogni nostro giovane, in ogni vita. Costruire un muro insormontabile fra l’Esistenza e la Conoscenza non è per nulla una violenza da poco, poiché questa “dura parete” non facilità l’integrazione fra ciò che la persona è come entità vivente e ciò che essa stessa è come entità conoscente. Questo distacco può essere molto pericoloso perché produce e facilità una più profonda distinzione fra gli egocentrismi personali, producendo sia false coscienze e alterati liberi arbitri, avulsi da ogni principio etico che rischiano di far ricadere le nostre giovani generazioni all’Odio che è il padre di ogni tipo e forma di violenza sugli altri.
In breve ogni forma educativo-formativa, ancor più oggi, ha l’obbligo di fondere il Vivere con il Conoscere, per farli armonizzare, quasi come fossero un grande Corale di Bach, tanto con la Coscienza, quanto con il Libero arbitrio come pure con l’Etica. Ma ancora manca qualcosa, perché questo grande Corale avrà assolutamente bisogno di realizzarsi nel segno dell’Amore e della Passione. Due grandi parole che mancano troppo in ogni contesto educativo-formativo. Questo è dunque lo scopo finale verso il quale la Bimed aspira costantemente: far sì che ogni attività da noi organizzata e svolta in direzione artistica, letteraria, poetica, musicale, espressivo-motoria, di scrittura creativa, etc., sia una conoscenza che lega il vivere nella totale integrazione della persona.
Pur riconoscendo la nostra imperfezione, ci affidiamo al motto dell’antico filosofo cinese Zhuāngzǐ: In realtà, non esiste né la verità, né l’errore, né il sì né il no, né una qualsivoglia distinzione, dal momento che tutto – anche due cose opposte – è Uno.
Ed è proprio su questo nostro Uno che la Bimed sogna, aspira, ama, e con passione spera.
[1] Faggin F., Oltre l’invisibile. Dove scienza e spiritualità si uniscono, Mondadori, Milano 2024, p. 48.
di Andrea Iovino e Maurizio Spaccazocchi